Emendamenti sui giochi: su le tasse e giù i payout

Slot

Cala il payout, cioè la percentuale destinata alle vincite dei giocatori, e sale il prelievo erariale unico sulle slot. Sono queste le principali misure contenute negli emendamenti sui giochi nella Legge di Stabilità.

Nella notte sono stati pubblicati i testi degli attesi emendamenti e oggi, venerdì 11 dicembre 2015, si cerca di capire quali sono le novità più importanti. Nel dettaglio, il prelievo sulle slot salirebbe dal 15% al 17,5% mentre il ritorno in vincite scende dal 74% al 70%. Nella relazione tecnica si sottolinea che l’anno in corso si chiuderà con una raccolta per gli apparecchi pari a 25,8 miliardi di euro e che in proiezione l’aumento del Preu garantirebbe un maggior gettito per le casse erariali di 645 milioni di euro. Per il settore delle Vlt i dati del 2015 parlano di un incremento della raccolta del 3,4% a 22,1 miliardi di euro. Il maggior gettito previsto dalla raccolta per l’aumento dello 0,5% del Preu delle videolotteries (dal 5% al 5,5%) pari a 100 milioni, rivisto con i dati del 2015, può essere rettificato in 110 milioni, dunque ulteriori 10 milioni in più.

Abrogata la tassa da 500 milioni

La tassa da 500 milioni sui concessionari è stata abrogata e ora complessivamente nel triennio 2016-2018 il Governo punta a incassare un totale extra di 171 milioni di euro all’anno. Sul tema della riduzione del payout, la relazione tecnica sottolinea che non verrà automaticamente applicata e ricorda che quello attualmente applicato sul mercato è un payout superiore a quello minimo di legge e che dai dati disponibili non è possibile ipotizzare una reazione della domanda, e dunque della raccolta, alla eventuale riduzione del payout.

Slot

Per quanto riguarda il settore delle scommesse, ai fini della previsione di gettito per gli anni 2016 e successivi la Relazione tecnica sottolinea che è necessario conoscere l’ammontare del ‘margine’, che costituisce la nuova base imponibile per l’applicazione dell’imposta unica. Ipotizzando un payout dell’80% a fronte di una raccolta 2016 pari a quella prevista per il 2015 – circa 5 miliardi di euro – si avrebbe un margine prudenziale pari a 1 miliardo (il 20% della raccolta). Applicando a tale importo un’aliquota di imposta del 20%,risultante dalla media tra il 18% applicabile alla rete fisica e il 22% applicabile alle scommesse online, si avrebbe un gettito erariale teorico di 200 milioni di euro, con un aumento di gettito potenziale di 15 milioni rispetto a quello previsto per il 2015, in modo da portare le entrate extra provenienti da slot, vlt e scommesse a un totale di 186 milioni di euro.

È prevista inoltre una proroga tecnica nel caso in cui le gare sulle scommesse e sul gioco a distanza si protraggano oltre la data del 30 giugno 2016 (termine di scadenza delle concessioni). Fermo restando il rispetto dei termini per l’indizione e la conclusione delle gare – che si prevede saranno portate a termine entro la fine dell’anno 2016 – la disposizione mira a evitare che alla data indicata i concessionari debbano sospendere l’attività di gioco.

Poche novità per il bingo

Con riferimento al gioco del bingo a distanza, l’applicazione dell’imposta unica nella misura del 20% sulle somme non vinte dai giocatori, considerata l’esiguità della relativa raccolta, non determinano significative variazioni di gettito. La Relazione tecnica sottolinea che le maggiori entrate sono destinate alle seguenti finalità: contributo di 50 milioni di euro per il 2016 per le esigenze relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali; incremento del livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per 50 milioni annui a decorrere dal 2016 e l’incremento del Fispe per 86 milioni per l’anno 2016 e 136 milioni annui a decorrere dall’anno 2017.

Pubblicità vietata dalle 7 alle 22

Ecco un altro aggiornamento su un tema scottante. È stata individuata dall’emendamento questa fascia oraria diurna nella quale andrebbero vietati tutti gli spot sui giochi in denaro, per quanto riguarda i canali televisivi e radiofonici. Pare escluso dunque il settore di internet, anche se c’è chi continua ad auspicare uno stop più deciso alla pubblicità dei giochi.

In ogni caso, si legge negli emendamenti, gli spot non potranno “incoraggiare al gioco eccessivo o incontrollato”, né “omettere di rendere espliciti le modalità e le condizioni per la fruizione di incentivi o bonus”. Le multe variano da 100mila a 500mila euro.

Relevant news