Madri e figli giocavano alle slot: multa da 73 mila euro per una sala a Torino

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Madri che giocavano alle slot accompagnati dai figli, che a loro volta inserivano soldi nelle macchinette. E’ quanto scoperto dalla polizia di Settimo Torinese, che due giorni fa ha effettuato dei controlli in un sala del comune piemontese, ravvisando questo e altre infrazioni, che sono valse un verbale da 73.000 euro al gestore.

Mamme e figli alle slot

Nel controllo effettuato, risultavano che alcuni madre mentre giocavano nella sala, erano accompagnati dai figli minorenni, che a loro volta giocavano alle slot machine. Sappiamo bene, come sia dura la linea sul gioco d’azzardo nei confronti dei minori. Quello che sconcerta non è solo il mancato controllo dei gestori della sala, ma quello che le mamme avevano attuato per poter giocare liberamente alle slot. E qui sono scattati i primi 20.000 euro di multa alla sala.

Altre irregolarità rilevate

Nel proseguo del sopralluogo, la polizia ha poi scoperto che la sala era sprovvista del certificato di conformità dell’impianto di aspirazione. Inoltre non era esposto, il materiale informativo predisposto dalla ASL. Documentazioni, queste ultime, dirette a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio di servizi di assistenza dedicati alla cura delle persone con patologie collegate al gioco d’azzardo. Ne all’interno e ne all’esterno la sala era dotata di questi cartelli. Così il conto finale della multa è salito a 73.300 euro.

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12 mila euro di multe a Pianezza e Moncalieri

Nelle stesse ore la polizia ha ravvisato delle irregolarità anche in altre due sale. La prima a Pianezza, dove il locale era provvisto di diverse apparecchiature da gioco collegate alla rete telematica ma prive di codici identificativi e, pertanto, non corrispondenti alle caratteristiche e alle prescrizioni indicate dalla legge. Nella seconda sala invece, era presente esclusivamente una persona, un cittadino italiano di 28 anni, che senza alcun titolo (in quanto non compreso nell’elenco degli autorizzati alla rappresentanza, ndr) esercitava attività in un locale attrezzato con apparecchi videoterminali. Non solo. L’esercizio era altresì privo di dispositivi di sicurezza antincendio.

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