Il gioco legale ha garantito in 12 anni ha assicurato 10 miliardi di euro all'erario

evasore cinese

Durante la campagna elettorale referendaria abbiamo assistito all’ennesimo attacco al settore del gioco legale pubblico, con il solo scopo di rastrellare voti a destra e sinistra. Un’offensiva feroce basata su preconcetti e tanta disinformazione. Alla fine le proposte messe in campo, avrebbero ottenuto l’effetto contrario di quanto promesso agli elettori.

Vietare il gioco è aprire le porte all’illegalità 

Alcuni movimenti politici avevano proposto il divieto totale della pubblicità con lo scopo di “sconfiggere le mafie” (come si è letto in alcuni blog che vanno di moda in questo momento) oltre che le dipendenze (vedremo in seguito che non sarebbe cambiato niente anche su questo fronte).In caso di accoglimento della Commissione Bilancio della Camera di questa proposta, si sarebbe ottenuto il risultato opposto: a vincere – nel lungo periodo – sarebbero state proprio le organizzazioni criminali, con l’oscuramento dell’offerta legale, mentre sul fronte della ludopatia non si sarebbe risolto nulla.

Ma questa non è una forzatura, bensì una conclusione logica, alla quale sarebbe arrivata qualsiasi persona, anche poco esperta e che conosce a malapena le dinamiche del settore.Durante la campagna referendaria, si sono fatte allusioni (sempre in questi blog di riferimento di alcuni movimenti politici) a casi di processi di organizzazioni criminali che gestivano siti online. Bene, queste piattaforme di gioco non erano autorizzate da ADM, erano fuori dal circuito legale italiano (erano network dot com) ed erano impossibilitati a far pubblicità nel nostro paese. Tutto questo può essere sintetizzato in una sola parola: disinformazione.

truffa al casino di sanremo

La strada da seguire

La volontà di alcuni esponenti politici di voler risolvere il gravissimo problema della ludopatia è condivisibile, ma è una lotta che va vinta con gli strumenti giusti (accesso alle macchinette con le tessere sanitarie?), non con slogan elettorali. Ed i danni collaterali, provocati da queste proposte superficiali (e per nulla tecniche) sarebbero molto gravi.

Innanzitutto, il ban penalizzerebbe solo il gioco online autorizzato (che è solo il 4% della spesa) e non avrebbe alcun riflesso sul rapporto perverso degli italiani con le slot.Ma con il proibizionismo, i nostri connazionali continuerebbero a giocare come hanno sempre fatto: lo farebbero però nei circuiti non autorizzati, quindi senza possibilità di alcuna tutela e con un gravissimo danno per l’Erario.

Gli incassi dello stato sul gioco

Nel caso di ban definitivo della pubblicità (e quindi rafforzamento dell’offerta illegale) e abolizione (o riduzione) di alcuni giochi, quanto perderebbe lo Stato italiano?Poche ore fa sono state rese pubbliche le cifre del settore con dati molto interessanti ed indicativi: nei primi 10 mesi del 2016 sono stati incassati cash 9,8 miliardi di euro dal settore.

Le entrate erariali sono cresciute nel 2016 del 22% (a causa del deciso aumento della tassazione imposto nella Legge di Bilancio del 2015) ma la spesa per i giocatori è rimasta di fatto stabile.
I giocatori hanno vinto nel 2016, 77 miliardi di euro, con una spesa effettiva di 17,6 miliardi (+2,9%) secondo i dati elaborati dall’agenzia Agimeg.La raccolta lorda supererà – a fine anno- i 94 miliardi (dato in crescita del 7,3%), processo favorito proprio dall’emersione del mercato illegale e soprattutto dall’aumento della pressione fiscale.

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